I Beni Comuni sono quei beni, materiali e immateriali, che cittadini ed amministratori ritengono importanti per il benessere individuale e collettivo, per l’esercizio dei diritti fondamentali della persona e che sono di interesse per le generazioni future.
Un bene comune può essere individuato in un luogo fisico, localizzabile su una mappa e in questo caso si parla di bene comune materiale. Ad esempio:
Ma esistono anche beni intangibili che non si riassumono con un'attività di cura svolta in un determinato luogo e in questo caso si parla di beni comuni immateriali. Rientrano in questa categoria una serie di azioni e pratiche come:
I beni comuni, sia materiali che immateriali:
Il patto di collaborazione è lo strumento che si utilizza per definire gli obiettivi, le azioni, le responsabilità delle parti coinvolte nel percorso di cura del bene comune.
In altre parole, è l’ accordo tra cittadini attivi e il Comune.
Il patto è uno strumento bidirezionale: da un lato l’Amministrazione valuta le proposte che arrivano dai cittadini attivi e dall’altro può essa stessa individuare delle aree di particolare interesse pubblico e promuovere delle manifestazioni d’interesse.
Sono tutti i soggetti, singoli e associati (gruppi strutturati e non) che si rendono disponibili – per periodi di tempo definiti - ad individuare, curare e gestire un bene comune.
I cittadini attivi possono essere:
Le azioni che si possono portare avanti nell’ambito dei beni comuni sono di due categorie:
Generalmente, a queste due categorie di azioni corrispondono due tipologie di patti: il patto ordinario e il patto complesso . Il primo ha come oggetto interventi di cura di modesta entità. Il secondo si riferisce a beni comuni di elevato valore storico e culturale o con dimensioni economiche significative. Ne consegue una maggiore complessità dell’iter procedimentale, in cui è coinvolto anche il livello politico (giunta comunale).